Da alcuni Uffici periferici e centrali dell’Amministrazione giungono preoccupanti notizie riguardo Dirigenti d'ufficio che con discutibili atti unilaterali, senza confronto alcuno con le organizzazioni sindacali, stanno richiamando i propri dipendenti al rientro in servizio in presenza anche al 70% dell’orario di servizio motivando tali scelte con le più o meno sostenibili necessità. Ribadiamo che mai come ora è necessario il confronto preventivo con le OO. SS. per l’organizzazione del lavoro, così come previsto dal CCNL vigente.

Appare altresì doveroso richiamare il rispetto delle norme e delle indicazioni fornite dall’Amministrazione riguardo la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Grave sarebbe dover prendere atto del mancato rispetto di tali indicazioni proprio all’interno del Ministero della Salute.

Si ritiene altresì che, con tali discutibili disposizioni, si contravvenga a quanto disposto dalla Funzione Pubblica con D.M 20.1.2021 riguardo la proroga del lavoro agile emergenziale al 30 aprile 2021 ed alla conseguente circolare del Ministero della Salute del 29 gennaio 2021 di pari riguardo.

Da ultimo, a mero esempio, è la totale disattenzione rispetto l’istituendo Piano Operativo per il Lavoro Agile POLA che, come dettato sempre dal Governo attraverso il Ministro della Funzione Pubblica, dovrà prevedere che almeno il 60% del personale possa fruire, a richiesta, del lavoro agile ritenendo la stessa, modalità di lavoro ordinaria.

Riguardo la necessità di rientro in servizio a pieno regime, per le manifestazioni di necessità dichiarate da taluni Dirigenti, appare utile ricordare che le stesse potrebbero trovare giustificazione solo se in quegli Uffici fosse dichiaratamente venuta meno la regolare esecuzione delle attività agli stessi demandate, a tale riguardo però evidentemente si connoterebbe, di fatto, il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati ed in ambito più generale, della corrispondente valutazione in negativo delle performance complessiva con le conseguenti considerazioni di merito.

I lavoratori pubblici vogliono rientrare in servizio ma è fondamentale per loro e per le loro famiglie che l’Amministrazione sappia essere garante del rispetto di tutte le norme di sicurezza: la pandemia, nostro malgrado è ancora in atto e sciagura sarebbe se in quegli stessi uffici pubblici si innescassero casi o focolai pandemici: in tal caso sarà piena ed indiscussa la responsabilità civile e penale del Dirigente responsabile con ruolo datoriale.

Invitiamo pertanto, nell’interesse più ampio, l’immediata sospensione e la pronta riconsiderazione di ogni atto datoriale che non rispetti le norme richiamate.

Nonostante il protocollo sottoscritto dalle Organizzazioni Sindacali e dal Ministro della Pubblica Amministrazione, che prevede altrersì il costante confronto con le rappresentanze dei lavoratori, sono troppi i Dirigenti reticenti che, oltre al tentativo di imporre decisioni unilaterali, si stanno rivelando non all’altezza di governare nei loro Uffici l’attuale situazione di emergenza.

Sarà cura della UILPA monitorare con particolare attenzione tutti quegli Uffici ove in ogni caso sarà deciso di adottate tali scelte a prescindere dal rispetto di quanto richiamato, scelte le quali oltre ad essere in netto contrasto con l’interesse della salute dei lavoratori e delle loro famiglie non attendono alla funzione di garantire quel servizio pubblico ai quali sono deputati.

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